Ecomuseo: uno strumento di diffusione della cultura e della tradizione locale

Fortini6 ecomusei wikipedia

Ho incontrato e conosciuto l’eco museo per la prima volta nel 2011 in Galles.

Questo è un concetto molto interessante Innanzitutto perché pone al centro da sempre e la comunità locale. lo sviluppo di questo concetto può essere svolto e interpretato in vari modi. può essere un racconto della storia locale, può essere un’interpretazione della società attuale o ancora avere l’obiettivo di evidenziare e promuovere idee e progetti legati al territorio in cui questi sono svolti. 

Comunemente  c’è la tendenza a legare l’ eco museo  con ciò che riguarda l’ecologia questo accade soprattutto quando la storia e la definizione di eco museo non sono ben conosciuti e considerati. la caratteristica principale delle cose museo infatti è piuttosto quella di permettere alla comunità locale di esprimersi e interpretare se stessa o le parti di se stessa che preferiscono mostrare. 

Questo è il motivo per cui molto spesso ha preso il nome ecomuseo una serie di musei e attrazioni di una destinazione di un luogo già esistenti e messi in rete.

La formazione di reti e di cooperazione è uno dei migliori risultati che un progetto di ecomuseo può portare, al di là di una migliore gestione del patrimonio culturale e identitario del territorio.

Siccome le mie conoscenze ed esperienze in questo ambito hanno riguardato soprattutto aree protette e la Gran Bretagna del 2012 ho deciso di approfondire oggi attraverso una ricerca del settore in Italia e delle opportunità che abbiamo in loco, senza però dimenticare da dove sono partita. 

Ecomuseo: introduzione

Gli eco musei sono nati in Francia, il concetto è stato sviluppato da George Henri Rivière e Hugue de Varine, che hanno coniato il termine “ecomusée” nel 1971.

Il termine “éco” è una forma abbreviata di “écologie“, ma si riferisce soprattutto a una nuova idea di interpretazione olistica del patrimonio culturale, in opposizione alla focalizzazione su oggetti e articoli specifici, effettuata dai musei tradizionali.

Un ecomuseo è un museo incentrato sull’identità di un luogo, largamente basato sulla partecipazione locale e finalizzato a migliorare il benessere e lo sviluppo delle comunità locali. Attualmente esistono circa 300 ecomusei operativi nel mondo; circa 200 sono in Europa, principalmente in Francia, Italia, Spagna e Polonia.

Introdotto dal museologo francese Hugues de Varine nel 1971, il termine ecomuseo è stato spesso usato in modo improprio e la definizione di ecomuseo è ancora una questione controversa per la museologia contemporanea. Molti museologi hanno cercato di definire i tratti distintivi degli ecomusei, elencandone le caratteristiche. Seguendo un approccio alla complessità, nelle definizioni più recenti gli ecomusei sono più propriamente definiti da ciò che fanno piuttosto che da ciò che sono.

L’enciclopedia Treccani definisce l’ecomuseo un Museo non tradizionale, costituito da un’area di territorio che conserva, valorizza, tutela e fa conoscere il proprio patrimonio culturale e ambientale, naturalistico e storico-artistico grazie al coinvolgimento della comunità e delle istituzioni locali. https://www.treccani.it/vocabolario/ecomuseo/ 

Wikipedia indica l’ecomuseo un territorio caratterizzato da ambienti di vita tradizionali, patrimonio naturalistico e storico-artistico particolarmente rilevanti e degni di tutela, restauro e valorizzazione.

Nella società post-industriale si rivolge lo sguardo alla cultura e alla sua funzione nel territorio che viene messa sullo stesso piano della ricerca scientifica ed ha acquisito interessanti risvolti economici.

Il patrimonio storico, culturale ed ambientale sono diventati oggetto d’interesse pubblico in cui la società può conoscere il territorio che la circonda.

Un ecomuseo, diversamente da un normale museo, non è circondato da mura o limitato in altro modo, ma si propone come un’opportunità di scoprire e promuovere una zona di particolare interesse per mezzo di percorsi predisposti, di attività didattiche e di ricerca che si avvalgono del coinvolgimento in prima persona della popolazione, delle associazioni e delle istituzioni culturali. Inoltre si può dichiarare che il museo diffuso appartiene alla comunità, che è essa l’ecomuseo.[1]

La rete Ecomusei Italiani definisce l’ecomuseo un insieme di processi partecipati di riconoscimento, cura e gestione del patrimonio culturale locale al fine di favorire uno sviluppo sociale, ambientale ed economico sostenibile.

Gli ecomusei sono identità progettuali che si propongono di mettere in relazione usi, tecniche, colture, produzioni, risorse di un ambito territoriale omogeneo con i beni culturali che vi sono contenuti.

Gli ecomusei sono percorsi di crescita culturale delle comunità locali, creativi e inclusivi, fondati sulla partecipazione attiva degli abitanti e la collaborazione di enti e associazioni.  

https://sites.google.com/view/ecomuseiitaliani/agenda/gruppi-di-lavoro/paesaggio/ecomusei-sono-paesaggio?authuser=0 

Esempi di ecomuseo e attività svolte per il mantenimento

Ecomuseo del Casentino (Toscana, Italia) 
Terre del Castel Magno (Piemonte, Italia) 
Kilmartin House Museum (Scozia, Regno Unito) 
Beamish open-air museum (Inghilterra, Regno Unito) . 

Kilmartin House Museum

Kilmartin House Museum

Il Kilmartin House Museum è il punto di partenza per scoprire l’affascinante paesaggio preistorico di Kilmartin Glen.

Kilmartin Glen, nel cuore del Mid Argyll, è uno dei paesaggi preistorici più ricchi della Scozia. In quest’area sono stati registrati oltre 800 monumenti storici, tumuli, pietre erette, cerchi di pietra e arte rupestre risalenti a oltre 5000 anni fa.

Il Museo, attualmente chiuso per lavori di ristrutturazone ed espansione, mi ha colpita per la quantità di attività proposte per i visitatori.

Attività pratiche o laboratori, visite scolastiche presso il museo, ricerche proprie e collaborazioni di pubblicazioni altrui, divulgazione sui temi dell’archeologia verso non adetti ai lavori, progetti di ricerca sul campo. 

Ecco alcune informazioni in più sulle attività proposte. 

Le attività pratiche

  • filatura a mano della lana,
  • produzione di ceramica,
  • fabbricazione del fuoco,
  • produzione di cordame con ortiche e canne,
  • macinazione del mais alla maniera preistorica e
  • (su accordo speciale) alla lavorazione della selce. 

Le visite scolastiche al museo sono specifiche su questi temi

  • Scavo simulato: un approccio pratico per imparare a conoscere i primi abitanti della Scozia.
  • Scatola dei prestiti: Le scatole contengono repliche e attività pratiche, risorse e guide per gli insegnanti. I temi comprendono: età della pietra, primi agricoltori, età del bronzo, Dunadd Hillfort e i Vichinghi.
  • Guida per gli insegnanti ai monumenti. 

Il Kilmartin House Museum si impegna in ricerche primarie per ampliare la comprensione della preistoria e della storia unica della zona.

Si impegna inoltre a sostenere le ricerche degli altri fornendo conoscenze locali e offrendo le proprie risorse.

La divulgazione dei risultati di tutti i progetti di ricerca sull’archeologia locale a un pubblico non specializzato è una parte importante del loro lavoro.

Progetto Ambienti d’arte rupestre

  • Indagini archeologiche e forestali nella riserva dello Scottish Wildlife Trust a Ballachuan Hazelwood.
  • Indagini archeologiche e boschive nella riserva dello Scottish Wildlife Trust a Shian Wood, vicino a Oban.
  • Pubblicazione del libro di Stan Beckensall, esperto di arte rupestre, “”The Prehistoric Rock Art of Kilmartin””.
  • Indagini nella foresta. 
  • Progetto archeologico comunitario Dál Riata Dun”. 

Il Kilmartin House Museum è un ente di beneficenza indipendente e deve coprire più della metà dei suoi costi di gestione con entrate reddito generato autonomamente. Queste entrate provengono dalla vendita dei biglietti, dalla caffetteria, dalle vendite nel negozio e dal negozio on-line.

Il museo gode del sostegno finanziario dell’Argyll and Bute Council, della Forestry Commission (che fornisce fondi per il lavoro educativo), di Historic Scotland, dell’Argyll and Bute Council, della Forestry Commission.

È possibile sostenere il museo 

  • attraverso il volontariato;
  • unendosi agli Amici del Museo di Kilmartin House;
  • facendo una donazione. 

Beamish open-air museum

Home-Beamish

Beamish è un museo all’aperto famoso in tutto il mondo che fa rivivere la storia dell’Inghilterra nordorientale nelle aree espositive di Pockerley del 1820, della città del 1900, del villaggio di Pit del 1900, della fattoria del 1940, della città del 1950 e della fattoria di Spain’s Field del 1950. 

L’ offerta comprende: eventi, istruzione, ricerca, corsi brevi e impegno nella comunità locale.

Vediamo più in dettaglio ciascuna opportunità.  

Eventi

Serate di conferenze, mostra dell’agricoltura, Hands on Heritage Skills, Festival del raccolto, Ad esempio per il Raccolto nel 2012 le attività proposte sono state: 

  • 24 novembre: Dunston Silver Band – 11.30 e 13.30
  • 25 novembre: Pittington Brass Band – 11.30 e 13.30
  • 9 dicembre: Dunston Silver Band – 11.30 e 13.30
  • 15 dicembre: Hurworth Concert Band – 11.30 e 13.30
  • 16 dicembre: Darlington Community Windband – 11.30 e 13.30″

Istruzione

Programmi speciali per le scuole: Scatole dei prestiti a tema e attività di apprendimento pratico.

Le attività didattiche comprendono:

  • Il cottage della fossa;
  • Incontrare l’infermiera Nightingale;
  • Ingegneri modello,
  • Ci divertiamo,
  • Natale a Beamish, Lezione vittoriana,
  • Pockerley Old Hall,
  • I Tudor,
  • Evacuazioni,
  • Mistero con delitto,
  • Sono uno scout edoardiano – Portatemi via di qui,
  • Il problema del vasaio,
  • Suffragette sulla High Street,
  • Medicina – Gli anni georgiani,

Corsi brevi:

  • Come tenere le api,
  • Laboratorio di matematica sperimentale,
  • Imparare a guidare un tram Beamish,
  • Esperienza di un giorno intero su una locomotiva a vapore,
  • Cucina natalizia,
  • Festival Foliage,
  • Fotografia di Natale a Beamish,
  • Creazione di feltro,
  • Stampa su lino,
  • Tecniche di cucito e decoupage vittoriano,
  • Copositing e stampa per principianti,
  • Provate a guidare una locomotiva a vapore,
  • Giornata della panificazione Beamish,
  • Preparare un cavallo da tiro per una mostra,
  • Introduzione alla guida dei cavalli
  • Allevamento di cavalli da cortile”

Impegno nella comunità locale 

Il Beamish si impegna ad essere accessibile a tutti e a continuare ad essere una parte vitale delle comunità del Nord Est dell’Inghilterra.

Il team di partecipazione della comunità facilita l’impegno con il museo in vari modi. Alcuni dei servizi attualmente offerti dal team sono:

  • Sessioni di manipolazione degli oggetti presso biblioteche, caffè, gruppi di residenti e gruppi sociali.
  • Attività di reminiscenza e prestito di scatole. 
  • Visite “”dietro le quinte”” nei negozi.
  • Assistenza nell’accesso al museo per attività di gruppo su prenotazione. 
  • Presentazioni sul museo e sulle sue collezioni.

Il team di Partecipazione comunitaria sviluppa e sostiene anche progetti che coinvolgono gruppi comunitari, gruppi sociali e gruppi di interesse speciale che desiderano confrontarsi con Beamish, con la storia dell’area o con le competenze e l’esperienza di Beamish.

Il Centro Risorse Regionale di Beamish ospita le affascinanti collezioni e gli archivi del museo. È possibile accedervi gratuitamente su appuntamento.

Come possono mantenerlo?

Vendita dei biglietti, negozio, bar, pagamenti dei corsi, biglietti per le serate di conferenze, volontari e tirocini, amici di Beamish (sostenitori), donazioni e partner aziendali.

Negli ultimi anni, i fondi raccolti dal Beamish Development Trust hanno permesso al Museo di intraprendere una serie di progetti interessanti.

  • Hetton Band Hall, il Trust sta lavorando alla ricostruzione della Hetton Silver Band Hall nel Pit Village del Museo.
  • Eston Church, St Helen’s, l’antica chiesa parrocchiale di Eston, Cleveland, risale al 1100 circa e ha avuto un passato vario e interessante.
  • Apprendimento e comunità, il Beamish Development Trust sostiene le attività di sensibilizzazione con le scuole e i gruppi comunitari in tutta la regione, fornendo assistenza finanziaria per le visite a Beamish ai gruppi che operano in aree ad alto degrado.
  • Celebrating Community Heritage, un progetto finanziato dall’Heritage Lottery Find North East per lavorare con il maggior numero di persone e gruppi di una comunità per un periodo di 3 anni, al fine di ideare e organizzare un programma di eventi e attività che celebri un aspetto del patrimonio locale scelto da quella comunità pochè di particolare rilevanza per loro.
  • I trasporti, i vari veicoli d’epoca in mostra e in azione al Beamish Museum sono sempre molto apprezzati dai visitatori. Beamish Development Trust sta raccogliendo fondi per contribuire alla manutenzione continua dei mezzi di trasporto d’epoca e all’ulteriore sviluppom delle operazioni di vapore alla stazione di Rowley e nella Coloniera.

Ecomuseo del Casentino

Ecomuseo-del-casentino-Unione-Montana-dei-comuni-del-Casentino

Un progetto articolato in una rete di spazi espositivi, testimonianze e esperienze culturali, a stretto contatto con le comunità locali, per la valorizzazione del patrimonio culturale e lo sviluppo della prima valle dell’Arno.

L’Ecomuseo del Casentino è ubicato nella prima Valle dell’Arno, in Provincia di Arezzo. L’iniziativa è nata alla fine degli anni Novanta su iniziativa della Comunità Montana con finanziamenti comunitari (LEADER 2 E LEADER PLUS) ed il coinvolgimento diretto di alcune amministrazioni comunali. Dal maggio 2002, la gestione del progetto è passata al Servizio CRED (Centro Risorse educative e Didattiche) della Comunità Montana.

L’Ecomuseo del Casentino è un’istituzione permanente senza fini di lucro, aperta al pubblico, che attraverso il coinvolgimento diretto degli abitanti, promuove e si adopera per la tutela, la conservazione, l’interpretazione, la valorizzazione e la trasmissione del patrimonio paesaggistico, storico-culturale, produttivo, etnografico della prima valle dell’Arno, nelle sue manifestazioni materiali e immateriali, nell’ottica della sostenibilità.

Nell’ambito delle proprie competenze, le sue finalità e funzioni sono:

  • rappresentare un processo che vive in funzione della partecipazione attiva degli abitanti (privati, associazioni, fondazioni) a cui è demandata in primo luogo la presa in carico, la custodia e la trasmissione dei “beni comuni” e dei valori del proprio territorio.

     

    A questo proposito, promuove la stipula di accordi, anche attraverso le amministrazioni comunali, con le associazioni di volontariato che a livello locale, e non, svolgono attività di salvaguardia e diffusione della conoscenza dei beni culturali. 

     

  • Promuovere momenti di scambio inter-generazionale e inter-culturale al fine di studiare e promuovere la cultura locale nell’ottica dello scambio e della conoscenza reciproca tra nuovi e vecchi abitanti.

     

  • Promuovere la tutela e la salvaguardia del paesaggio attraverso la realizzazione di progetti ed azioni volte alla sensibilizzazione e alla conoscenza delle tematiche connesse al paesaggio ispirate alla “Convenzione Europea del Paesaggio”.

     

  • Tendere alla definizione di percorsi volti al recupero delle conoscenze tecniche e delle capacità manuali tradizionali e di un corretto rapporto fra consumo e rinnovamento delle risorse.
    Sito di riferimento per le attività artigianali.

     

  • Rappresentare un’occasione ed uno strumento concreto di sperimentazione per “progetti partecipati” di sviluppo delle comunità locali partendo dalla tutela e salvaguardia del patrimonio territoriale.

     

  • Ricercare e promuovere la collaborazione a livello locale, nazionale ed internazionale con istituzioni ed enti analoghi. In ambito comprensoriale, in particolare, ricerca il confronto e la collaborazione con realtà pubbliche e private ispirate ai medesimi principi e con obiettivi comuni al fine di diffondere una cultura del rispetto e dello sviluppo dei beni culturali e di uno sviluppo sostenibile del territorio. 

Riferimento https://www.ecomuseo.casentino.toscana.it/perlamemoriait 

  • Organizzare mostre temporanee, incontri, seminari, convegni, corsi di aggiornamento.

     

  • Svolgere attività educative e didattiche.

Le proposte sono da concepire come esemplificazioni e suggerimenti rivolti agli insegnanti con i quali potranno essere progettate attività specifiche in rapporto agli interessi ed ai contenuti approfonditi dalle classi durante l’anno scolastico. Riferimento https://www.ecomuseo.casentino.toscana.it/proposte-didattico-educative

  • Curare la produzione di pubblicazioni scientifiche e divulgative. Nel 2007, ad esempio, è stata realizzata, in collaborazione con l’Università degli Studi di Siena, una pubblicazione dal titolo “GUIDA AI PRODOTTI AGROALIMENTARI DEL CASENTINO” itinerari tra cultura e tradizioni locali, consultabile e scaricabile. Riferimento https://www.ecomuseo.casentino.toscana.it/prodotti-agro-alimentari  . 
  • Istituire e favorire i rapporti di collaborazione con soggetti ed Enti pubblici e privati, finalizzati alla ideazione e realizzazione di progetti di studio, ricerca e valorizzazione dei beni culturali presenti sul territorio, con particolare riguardo ai rapporti con lo Stato rappresentato dalle Soprintendenze localmente competenti, con la Regione Toscana, con la Provincia, con i Comuni e con l’Università di riferimento. 
  • Instaurare una continuativa collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado presenti nel territorio, per lo sviluppo di progetti congiunti finalizzati alla consapevolezza dei valori legati alla cultura locale e alla cura del patrimonio culturale del proprio contesto di vita presso le nuove generazioni;Il progetto formativo dell’Ecomuseo, legato al programma di alternanza scuola – lavoro avrà come obiettivo quello di far acquisire delle competenze teoriche e pratiche ai ragazzi sul funzionamento di un’istituzione culturale in base alla sua missione e visione. Riferimento https://www.ecomuseo.casentino.toscana.it/alternanza-scuola-lavoro.

 

  • Promuovere, anche in collaborazione con altri soggetti, proposte di attività e soggiorni di turismo sostenibile. 
  • Preservare e tutelare le destinazioni d’uso e le funzioni originarie della strutture che vi partecipano, che insieme con la loro apertura al pubblico sono tra gli elementi fondanti del progetto dell’Ecomuseo.

Inoltre, in coerenza, con i contenuti della L.R. 21/2010, l’EcoMuseo del Casentino promuove:

  • la valorizzazione di ambienti di vita tradizionali anche attraverso la conservazione di edifici secondo i criteri dell’edilizia tradizionale, nonché attraverso il recupero di strumenti, pratiche e saperi tradizionali che testimonino le abitudini di vita e di lavoro delle popolazioni locali, le relazioni con l’ambiente circostante, le tradizioni religiose, culturali, ricreative e alimentari, l’utilizzo delle risorse naturali, delle tecnologie, delle fonti energetiche e delle materie impiegate nelle attività produttive e i prodotti stessi.
  • La ricostruzione di ambiti di vita e di lavoro tradizionali che possano produrre beni o servizi correlati all’offerta turistica ed alla valorizzazione delle produzioni locali.
  • La valorizzazione dei patrimoni immateriali quali i saperi, le tecniche, le competenze, le pratiche locali, i dialetti, i canti, le feste e le tradizioni gastronomiche, attraverso attività rivolte alla loro catalogazione e conoscenza ed alla promozione della loro trasmissione.

Terre del Castel Magno 

Terra-del-Castelmagno-Ecomuseo

La proposta ecomuseale interessa il territorio della Valle Grana, in provincia di Cuneo.

Terra come suolo, come superficie, ma anche terra come tradizioni: un luogo caratterizzato dalla cultura occitana, da stili e abitudini di vita, questo è l’Ecomuseo Terra del Castelmagno.

Una terra unica, come unico è il formaggio Castelmagno, protagonista assoluto della storia e dell’economia dell’alta e media Valle Grana, prodotto e stagionato esclusivamente nei tre comuni dell’alta Valle, Monterosso Grana, Pradleves e Castelmagno (Reg. CEE n. 1263 del 01/07/1996).  

Consapevole delle specificità del territorio della valle Grana, nel 2007 l’Associazione culturale La Cevitou e la Regione Piemonte istituiscono l’Ecomuseo Terra del Castelmagno con il desiderio di ripristinare antichi percorsi di collegamento, recuperare luoghi in abbandono, valorizzare attività tradizionali e far scoprire la specificità delle Nostre Terre.

Un progetto integrato rivolto non solo al mondo del Castelmagno, ma anche verso tutte quelle attività che caratterizzano l’economia di valle: 

  • l’architettura,
  • la lavorazione del legno,
  • l’estrazione delle ardesie,
  • la coltivazione e macinazione di cereali e castagne;
  • le fucine e la vecchia centrale idroelettrica;
  • le migrazioni;
  • le feste tradizionali;
  • la lingua.

L’ecomuseo si occupa di didattica fin dalla sua istituzione in particolare proponendo attività alle scuole locali.

I luoghi principali sono: Monterosso Grana (Sentiero del Servanot – Aula didattica nel bosco – Percorso Bestie e Bestiete); San Pietro Monterosso (Museo Terra del Castelmagno – Il Paese senza Tempo); Pradleves (Laboratorio didattico sul Castelmagno); Castelmagno (Una casa per Narbona; laboratorio Antichi Mestieri); bassa valle (Bernezzo, Cervasca, Valgrana, Montemale di Cuneo) con proposte specifiche in continuo aggiornamento.

L’Ecomuseo realizza in collaborazione con la Cooperativa Produttori Alta Valle Grana attività didattiche, visite guidate e laboratori di caseificazione all’interno del caseificio di Pradleves.

Nei due locali dedicati solo stati allestiti due spazi distinti, con attrezzature multimediali oppure destinate a laboratorio manuale per lo sviluppo di alcune fasi della produzione. 

L’offerta didattica può essere strutturata a seconda delle esigenze:

  • Ciclo d’incontri: sono previste più uscite concatenate sul territorio e a scuola durante un anno scolastico.
  • Giornata singola: è previsto un solo giorno di permanenza in valle.

Referimento https://www.terradelcastelmagno.it/didattica/ 

Expa 2023

Giunta alla sua nona edizione anche la rassegna di quest’anno di EXPA – Esperienza X Persone Appassionate proporrà un calendario di eventi In Valle e Fuori Valle che copre tutto l’arco dell’anno, composto da appuntamenti che uniranno la promozione delle componenti storiche e culturali caratteristiche del territorio, alla valorizzazione del cielo della Valle Grana che, con sé, porta a trattare alcuni temi importanti legati all’inquinamento luminoso, al rispetto dell’ambiente e agli stili di vita sostenibili.

Oltre a ciò, l’Ecomuseo si propone di promuovere le produzioni e attività di rilievo in ogni ambito: agricolo, artigianale, turistico ed enogastronomico.

EXPA 2023 ruoterà attorno a 4 aree tematiche:

  • Dal Museo;
  • Incontri di formazione;
  • Saperi e Sapori
  • In Movimento

https://www.terradelcastelmagno.it/expa-esperienze-per-persone-appassionate/ 

Il tema Dal Museo
Al centro delle attività proposte ci saranno l’escursionismo, la produzione ed osservazione di opere d’arte moderna e tradizionale, la lingua occitana e le letture animate per i bambini come strumento di lettura del territorio e l’antica arte manuale dell’intreccio e della cesteria.

Il tema Incontri di formazione

L’ecomuseo si rivolge ai bambini delle scuola materna attraverso due attività laboratoriali sui fiori. Continuano inoltre le proposte di stage musicali e corsi di formazione di chitarra e mandolino di diverso livello. 

Il tema Saperi e Sapori
Questi eventi permetteranno ai partecipanti di scoprire il territorio attraverso le visite in aziende che presenteranno i loro prodotti e le loro attività al pubblico con un laboratorio in loco. A fare da cornice e valore aggiunto alla visita aziendale ci sarà un’ulteriore esperienza, come ad esempio un’escursione guidata, una degustazione, una proiezione o un concerto.

Il tema In Movimento

Un ciclo di sei escursioni tematiche ed esperienziali per far conoscere al pubblico il territorio della valle Grana e non solo, nelle sue specificità.
Il format delle giornate prevede l’escursione con una guida naturalistica in cui il valore aggiunto sarà dato dal coinvolgimento di altre realtà per la realizzazione di laboratori tematici, letture condivise, musica, scambio di saperi ed esperienze.

L’ecomuseo contribuisce allo sviluppo di progetti grazie alla partecipazione di diversi attori del territorio, questo accade perchè l’ecomuseo in generale è un aggregatore, un obiettivo riconosciuto sempre più.

L’ecomuseo Terra del Castelmagno ha un lungo elenco di progetti sviluppati e dei quali è stato co attore, ne nomino alcuni: 

  • RASSEGNA EXPA (nominata in precedenza) Un’Esperienza per Persone Appassionate, inaugurata nel 2015, che si propone di dar voce e coinvolgere attivamente la comunità e gli attori degli otto Comuni della Valle Grana.
  • BEICA BEN  Cinque residenze artistiche per approfondire e promuovere il patrimonio culturale, naturalistico, paesaggistico e l’offerta turistica delle Valli Grana e Maira e, in particolare, l’identità culturale occitana che accomuna i due territori.
  • ICONALPE un polo innovativo negli spazi della Biblioteca a San Pietro di Monterosso Grana, funzionale allo sviluppo di nuove idee e di co-working. La prima fase del progetto prevede la creazione di un centro di documentazione “sulla montagna, in particolare sulle Alpi occidentali”, con una biblioteca e un archivio culturale e storico informatizzato.
  • LOU PAÌS SENSO TÉMP (San Pietro Monte Rosso) Nel 2013 prende forma il percorso di visita Il Paese senza tempo: uno spaccato di vita congelato dal trascorre del tempo, popolato da babaciu, pupazzi di ferro e fieno, per unire tradizione, memoria e comunità, passato, presente e futuro.
  • ASTRONOMICAL HERITAGE UNESCO – IL CIELO DELLA VALLE GRANA Coordinato dall’Ecomuseo Terra del Castelmagno nel 2020 nasce un gruppo di lavoro formato da storici, botanici, geologi, antropologi ed astronomi. 
  • RISERVA MAB UNESCO L’Ecomuseo è un eco-attore della Riserva della biosfera transfrontaliera del Monviso, un territorio riconosciuto dall’UNESCO per le suericchezze naturali e culturali e per l’impegno dei suoi attori nelle pratiche di sviluppo sostenibile. Il ruolo degli eco-attori è di fare rete e di promuovere lo sviluppo sostenibile

Per saperne di più visita il sito dei progetti https://www.terradelcastelmagno.it/progetti/ 

Come finanziare progetti ed attività degli ecomusei

Questi quattro ecomusei ci mostrano quante attività sia possibile svolgere e proporre con diversi obiettivi: promozione delle tematiche scelte, mantenimento dell’ecomuseo stesso, miglioramento del contesto locale tramite opportunità (anche di lavoro) e partecipazione. 

E’ importante, a questo punto, capire come finanziare gli ecomusei. Innanzitutto è necessario sapere chi gestisce queste realtà: ente pubblico, ente privato no profit, rete d’impresa, cooperativa. Ogni situazione ha diverse opportunità. 

Ci sono delle attività collaterali che possono aiutare a generare entrate, oltre alla vendita dei biglietti di ingresso. Il primo fra tutti è un bar, un bistrot, un ristorante presente in loco in modo continuativo, ma anche aperto parzialmente. 

Oltre a questo, per progetti specifici anche i bandi di fondazioni o regionali possono essere utili. Alcuni esempi italiani sono: 

Fonti

Sara – consulente per il turismo

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