Il turismo responsabile e sostenibile: differenze e similitudini. Scopriamole assieme!
Hai mai sentito parlare di turismo responsabile? Credo proprio di si, anche se forse non con queste esatte parole.
Quello che desidero fare oggi è condividere la teoria e darti la mia interpretazione sul perché stia vincendo il turismo sostenibile nella comunicazione soprattutto italiana, ma anche internazionale.
Leggi tutto, oppure se preferisci guarda o ascolta il video, così potrai scoprire quelle che secondo me sono le 5 motivazioni.
Io sono Sara, consulente per il settore turismo e in questo sito parlo di turismo, sostenibilità , teoria e pratiche concrete per diventare un operatore o un’operatrice più sostenibile.
Definizione di turismo responsabile
La miglior definizione di turismo responsabile è certamente quella identificata dall’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR)
“Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture. Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori. ”
Da questa definizione si comprende innanzitutto che anche quello responsabile è un approccio che può essere applicato a diverse tipologie di turismo.
Continua poi la spiegazione sul sito di AITR
“Nella pratica, questa affermazione si traduce nella tendenza degli operatori turistici sensibili ai temi della responsabilità sociale d’impresa, della sostenibilità ambientale, della equità di genere e alle buone pratiche in generale, a fare molta attenzione a che il turismo sia ideato, realizzato e complessivamente gestito in maniera tale da non generare dei fenomeni di iniquità sociale ed economica, soprattutto a danno delle popolazioni delle regioni ospitanti il turismo stesso.”
Ti invito a scoprire in autonomia le ulteriori spiegazioni presenti nelle pagina cos’è il turismo responsabile.
Conoscendo l’argomento e volendo cercare di fare più chiarezza possibile mi sento di affermare che in questo approccio il focus sia:
1) sulle persone in quanto operatori e viaggiatori che devono rispettare e sentirsi responsabili per ogni impatto positivo o negativo generato nella destinazione;
2) sulle persone in quanto comunità locali, inclusi operatori turistici che allo stesso modo devono rispettare e sentirsi responsabili per ogni impatto positivo o negativo sviluppato verso i turisti e conseguentemente gli operatori del paese di provenienza degli ospiti (che può essere uguale o diverso da quello di destinazione).
Il focus dunque è sul rispetto delle persone. L’attenzione alla sostenibilità ambientale è diretta conseguenza di un rapporto positivo in termini sociali ed economici.
Cosa accomuna o differenzia turismo responsabile e sostenibile?
Personalmente, vedo poca o nessuna differenza tra i due approcci, questo perché io mi sono avvicinata alla sostenibilità perché la ritengo l’unico modo possibile di operare senza danneggiare gli altri in tutti i sensi possibili. Ho una visione idealistica, accetto la responsabilità di quello che faccio e non voglio danneggiare gli altri per ottenere un tornaconto personale o professionale.
La differenza, in particolare il focus sull’ambiente è nato dal fatto che sia più semplice fare delle azioni minime in questo ambito e pensare o sperare di essere considerate attività attente al bene comune, agli interessi comuni piuttosto che individuali di un’attività.
Da questa deviazione, nei casi più gravi parte anche ad esempio il greenwashing: la colata verde che molte aziende hanno inserito nel loro marketing sperando di attirare più consumatori e ospiti. Ho trattato di questo argomento nel mio canale youtube e in un altro articolo nel sito dal titolo “Come promuovere la tua attività senza fare greenwashing e confusione?” proponendo alcune modalità per ovviare a questo al problema relativo alla comunicazione. Ti invito a visionarlo!
La vera domanda è secondo me: perché sentiamo più spesso parlare di turismo sostenibile, invece che turismo responsabile?
Sono convinta che ci siano almeno un paio di motivi:
- Innanzitutto la parola “responsabile” non affascina, anzi allontana. La parola responsabile è probabilmente l’ultima che la maggior parte delle persone vuole sentire pensando alle vacanze, pensando ad un’esperienza divertente o anche interessante.
- Il marketing funziona con grandi numeri o comunque quello è l’obiettivo, per cui se molte persone non vogliono considerare una proposta definita responsabile, saranno meno gli operatori che la sceglieranno per proporre le proprie attività.
- Ci sono delle alternative simili, delle espressioni magari non perfettamente uguali, magari non utilizzate in modo proprio al 100% che però per la maggior parte di noi bastano e avanzano. Un esempio è proprio turismo sostenibile, ma ne esistono anche tanti altri come turismo consapevole e turismo rigenerativo.
- Abbiamo creato un legame tra solidarietà e uso del termine turismo responsabile. Fino a pochi anni fa quasi solo le organizzazioni no profit utilizzavo questo approccio per le loro proposte di viaggio da Italia a Paesi del Sud del mondo affrontando tematiche importanti. Questo punto è collegato anche alla confusione generata dalle leggi italiane in merito a chi può organizzare e vendere viaggi e con quali motivazioni.
- Influenza della lingua inglese, io stessa ho iniziato a scrivere in inglese un sito tutt’ora attivo dal titolo sustainabletourismworld.com. L’influenza internazionale si fa sentire molto ormai da anni ed è molto difficile allontanarsene perché al contrario dell’Italiano la lingua inglese ci permette di comunicare con una molto più ampia parte della popolazione mondiale inclusi tanti italiani. Ho aperto il mio sito nel 2011, ad esempio, dopo le mie prime esperienze di lavoro all’estero, anche come testimonianza di ciò che stavo imparando e farlo mi ha permesso di ottenere lavori ed ulteriori esperienze e contatti.
Sono sufficiente questi motivi a fermarci dal conoscere e utilizzare questi termini? Direi proprio di no! Questo è l’importante. Sono anni che conosco AITR e con Slow Lake Como abbiamo trovato dei partner interessanti tra gli iscritti, abbiamo coinvolto AITR in una fiera locale sulla sostenibilità, oltre che avere sempre una fonte affidabile di informazioni e confronto.
E tu cosa ne pensi? Conoscevi AITR e la definizione ufficiale di turismo responsabile?
Cosa ne pensi del motivo per il quale sentiamo più spesso parlare di turismo sostenibile, invece che turismo responsabile?
Sara – consulente per il turismo
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