Turismo sostenibile: turismo inclusivo

In questo articolo definisco meglio il concetto di turismo inclusivo. 

Innanzitutto cosa non è per me turismo inclusivo e perché? 

La pratica di rendere un hotel o una destinazione troppo adatto al gruppo di persone che lo frequenta (o che si vorrebbe lo frequentasse), non sempre rientra nella mia visione di inclusività. Ad esempio, il target statunitense è abituato ad avere anche nei motel, generalmente alloggi molto semplici, due letti matrimoniali per una camera doppia. 

In Europa, non abbiamo questa caratteristica e non vedo la necessità di prevederla. 

Sono fermamente convinta che viaggiare, fare i turisti significhi ancora oggi scoprire qualcosa in più di un luogo diverso dal nostro. Di conseguenza, a parte casi eccezionali, il bello di un viaggio, che sia di lavoro o di piacere consiste proprio nello scoprire le peculiarità dei luoghi. 

Ci sono, però, alcune situazioni, in cui piccole attenzioni fanno sentire gli ospiti maggiormente a proprio agio, esattamente queste attenzioni, sono quelle che possono rendere una destinazione, un viaggio o un hotel maggiormente inclusivo.   

Ho scritto in un mio precedente articolo il Turismo inclusivo è l’approccio ad ogni tipologia e prodotto turistico che tiene in considerazione non solo l’accessibilità, ma anche le necessità di persone LGBTQ, donne e persone appartenenti a minoranze etniche.

Il minimo che si possa fare in uno Stato che ha una storia e una visione di sviluppo turistico, come l’Italia è garantire un ambiente normale, sicuro e tranquillo dove non siano accettati commenti o comportamenti razzisti, omofobi e ignoranti. 

Come ottenere questo risultato? 

Sicuramente la gestione dei dipendenti è più semplice, ma la destinazione può coinvolgere e sensibilizzare la popolazione locale mettendo in contatto tramite mostre, eventi e iniziative i residenti con persone LGBTQ, donne che viaggiano da sole e persone appartenenti a minoranze etniche che possono raccontare e condividere le proprie esperienze. 

Esistono certamente molte organizzazioni che possono collaborare con il comune o con l’ente che vuole porsi questo obiettivo. Per esperienza, il modo migliore per sradicare i problemi legati all’accettazione dell’altro è proprio avvicinare le due realtà, mettendo le persone alla pari (non con turisti). 

Non tutti i residenti di un luogo possono viaggiare e scoprire in autonomia il resto del mondo, avvicinare l’altro è sicuramente uno dei modi migliori per ottenere buoni risultati. 

Un argomento molto interessate per ampliare le conoscenze potrebbe essere lo scambio culturale tramite il cibo italiano, arabo, indiano, kosher, africano, cinese e molti altri.  

In questo modo si può capire perchè è sempre consigliabile avere nel menu delle opzioni vegetariane, senza glutine e oltre se le dimensioni e la tipologia di ristorazione lo permette.

L’obiettivo per tutti aziende, no profit ed enti pubblici dovrebbe essere celebrare la diversità, la bellezza e l’amore in tutte le sue forme.

Sara – consulente per il turismo

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